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L’abito fa il monaco? Quanto conta davvero l’abbigliamento

“L’abito non fa il monaco”, recita un noto detto popolare, ma è davvero così? Il dibattito dura da secoli e si presta a diverse interpretazioni, non soltanto riguardo al modo con cui la persona si propone esteticamente al mondo ma anche come una riflessione sul senso profondo della vita.

Una cosa è certa. L’abbigliamento racconta molto di noi: non è forse il monaco identificabile con semplicità e immediatezza nel suo ruolo proprio per via di ciò che indossa?

In questo approfondimento potrai trovare un’interpretazione di questa massima popolare così famosa: ne ripercorriamo insieme la storia e il significato, per poi soffermarci sull’importanza dell’abbigliamento nell’epoca odierna.

L’origine del detto

“L’abito non fa il monaco” è uno dei più noti proverbi italiani e presenta un’origine piuttosto incerta. Le ipotesi sono diverse e una delle più in auge è quella che lo vuole di derivazione latina, per l’esattezza dalla massima “Cucullus non facit monachum”, traducibile con “il cappuccio non fa il monaco”.

In questo contesto, il detto si riallaccia al fatto che nel Medioevo i monaci erano soliti ricevere vitto e alloggio grazie all’abito che portavano. Allo stesso tempo, non erano gli unici a portare la tunica: anzi, in alcuni casi ladri e briganti la indossavano per trarre in inganno le proprie vittime! Da qui deriverebbe il proverbio latino.

Ritroviamo un rimando al fatto che l’abito non faccia il monaco anche in un’altra frase attribuita a Sant’Anselmo: “non tonsura monachu, sed virtus animi”. Significa, sostanzialmente, che “non è la tosatura a fare il monaco, ma la virtù dell’animo”. Come nel caso precedente, seppur con parole diverse viene espresso il medesimo concetto.

Il proverbio così come lo conosciamo oggi viene invece citato in via ufficiale nientemeno che da Alessandro Manzoni nella sua opera più famosa – “I promessi sposi”, appunto – per la precisione all’interno del capitolo n.° diciannove, all’interno del dialogo tra il Conte zio e il Padre provinciale, dove quest’ultimo difende Fra Cristoforo e la “gloria dell’abito”.

Il significato del detto “L’abito non fa il monaco”

Ma qual è il significato del proverbio “l’abito non fa il monaco”? Come ben esplicitato nel paragrafo precedente, in cui abbiamo provato a ripercorrerne le origini, il detto popolare vuole porre l’accento sul fatto che non sempre ciò che appare è ciò che è.

Mette in guardia, sostanzialmente, dal fatto che l’apparenza sovente inganna: non c’è quindi da fidarsi della sola valutazione dell’aspetto esteriore quando si fanno le proprie considerazioni. Nel caso del monaco, infatti, non è sufficiente portare una tonaca affinché l’individuo possa essere considerato tale: meglio perciò non trarre conclusioni affrettate.

Il valore di come ci si veste

I pareri si dividono quando si fa riferimento a questo noto detto popolare: c’è chi è d’accordo, e chi invece non lo è. Chi ha ragione? La questione è di per sé piuttosto complessa, come del resto avviene in molte massime che hanno preso spunto nei tempi passati e che risultano quanto mai attuali.

Affermare che l’abito fa il monaco porta a mettere l’accento sull’apparenza esteriore. Negarlo, allo stesso tempo, tende a sminuire il valore dell’immagine nell’epoca contemporanea, come se questa non influenzasse il giudizio della persona, cosa che però così non è.

Il modo in cui ci si veste ha un valore a tutti gli effetti e tutt’altro che marginale. Lo dimostrano diversi studi scientifici, i quali raccontano di come la prima impressione sia spesso duratura e difficile da cambiare. Pertanto, analizzando ciò che indossa l’individuo su cui cade lo sguardo si riesce a farsi un’idea sul suo modo di essere, la sua mansione, chi è insomma. A sua volta, la persona, optando per determinati capi piuttosto che per altri, comunica molto di sé. L’abito dunque fa il monaco.

Consulenza d’immagine: quando la comunicazione passa da ciò che si indossa

La consulenza d’immagine si rivela un valido supporto per comunicare qualcosa di sé che risulti autentico, veritiero, corrispondente al messaggio che si vuole dare agli altri. Non si tratta soltanto del fatto di scegliere capi che donano e stanno bene: appare fondamentale che la persona si senta a proprio agio quando si pone nel contesto esterno.

Recita una frase attribuita a Oscar Wilde – uno che di apparenza se ne intendeva”, che “Non c’è mai una seconda occasione per fare una buona impressione”. Ecco che, allora, l’abito fa il monaco: dovrà essere rappresentativo della personalità dell’individuo, in linea con l’occasione, capace di presentare la migliore versione che può offrire di sé .

La definizione di vestiti, accessori, persino dei colori del make-up è uno strumento a tutti gli effetti, utile affinché la persona possa esprimere se stessa a 360°, permettendole di dare fin da subito una buona impressione e, non meno importante, di sentirsi bene nei propri panni.

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