Per prima impressione si intende l’elaborazione primordiale e istintiva di quello che si percepisce di un’altra persona. Viene elaborata in un tempo davvero breve: sono sufficienti, infatti, soltanto 100 millesimi di secondo per farsi un’idea di un individuo fino a quel momento sconosciuto.
Per via di queste sue innate caratteristiche, la prima impressione si rivela il punto di partenza di qualsiasi nuova relazione, sia di natura personale che all’interno dei contesti lavorativi. Appare perciò fondamentale mettersi nelle condizioni di comunicare al meglio e l’abbigliamento è un fattore capace di fare la differenza in tal senso. Scopriamo perché.
Il linguaggio segreto dell’abbigliamento
La prima impressione viene trasmessa sia attraverso messaggi verbali che non verbali. L’abbigliamento è una forma di linguaggio che interessa quest’ultimo ramo della comunicazione, insieme alle espressioni del volto, il modo in cui ci si muove e la prossemica, ovvero la distanza che si stabilisce nel momento dell’interazione.
Alcuni studi psicologici confermano e dimostrano come i vestiti rispecchino le emozioni, dando voce alla personalità dell’individuo attraverso elementi che diversamente non potrebbero arrivare in superficie.
Gli abiti possono trasmettere creatività, empatia, fiducia, competenza e molto altro ancora. Non padroneggiarne il codice segreto sarebbe un po’ come guidare a occhi chiusi. Un vero peccato, dunque.
Il codice culturale dell’abbigliamento
Ogni cultura ha i suoi canoni, i suoi parametri, le sue modalità per codificare una prima impressione. Ciò implica che stili e capi di abbigliamento differenti vengono letti diversamente presso i contesti sociali e culturali di riferimento.

Occorre perciò adattare l’abbigliamento alla situazione, senza rinunciare alla propria identità naturalmente, assicurandosi di essere capiti e percepiti per quello che davvero si è. Questo discorso non interessa soltanto la comunicazione tra Stati, ma anche i singoli ambiti.
Andresti mai in costume e accappatoio a un colloquio di lavoro? Questo esempio è certamente estremo ma rende l’idea di quanto sia importante aderire a un codice comune per generare una prima impressione e legami proficui.
Come il nostro abbigliamento influenza il giudizio degli altri
A questo punto è chiaro: l’aspetto esteriore tende a influenzare le impressioni che abbiamo sugli altri. Ma cosa significa, nel concreto? Vediamolo attraverso due esempi.
Il primo impatto in ambito professionale
La prima impressione è tutto quando si fa un colloquio di lavoro oppure si ricopre un nuovo incarico presso un contesto professionale. L’abbigliamento ha il potere di farci percepire (e sentire) più sicuri e competenti, empatici e a nostro agio, persino maggiormente determinati. Al contrario, un abbigliamento non adeguato rischia di trasmettere l’opposto di questi valori, compromettendo la nostra professionalità, generando antipatia e ostacolando la creazione di un impatto positivo.
Tutte caratteristiche imprescindibili all’interno del panorama lavorativo dove il giusto outfit è quello pertinente rispetto al contesto; deve essere ordinato ma mai ordinario. La personalizzazione è del resto la chiave per emergere.
Abbigliamento e stereotipi: come evitare pregiudizi
Lo ha raccontato benissimo Jane Austen nel suo volume più famoso, ovvero Orgoglio e Pregiudizio: la prima impressione è determinante e cambiare strada tende a essere difficile, in un momento successivo. Quanto ha impiegato Mr. Darcy a farsi apprezzare per la sua vera natura da Elizabeth Bennet? Un intero libro.
Il pregiudizio può però essere evitato, vestendosi nel modo giusto, dal momento che il misunderstanding nella moda è dietro l’angolo. Anche in questo caso la coerenza, contestuale e stilistica, paga sempre. Non è però qualcosa che si ha fin dalla nascita; richiede studio, applicazione, competenza, capacità di adattamento alle situazioni.
Vestirsi per influenzare… anche se stessi
I vestiti non si limitano a influenzare il modo in cui veniamo percepiti dagli altri; incidono su come ci sentiamo e ci relazioniamo. Lo esplicita al meglio un concetto della psicologia particolarmente attuale, ovvero quello di Enclothed Cognition.
Esso sottintende l’influenza sistematica che presentano gli abiti sull’autostima, portando (o meno) a comportarsi in maniera rispondente al vero sé. Lo testimonia uno studio condotto da Adam Galinsky e Hajo Adam che ha dimostrato che un gruppo di individui si è mostrato più fiducioso verso il personale sanitario nel momento in cui veniva indossato il camice.
Come valorizzare la propria personalità e il proprio carattere tramite l’abbigliamento
I fattori che contribuiscono a creare una buona impressione generale sono diversi, per quanto concerne l’abbigliamento. Ecco alcuni esempi:
- Coerenza tra abbigliamento e comportamenti professionali. Pensa al case study che abbiamo analizzato poc’anzi.
- Emozione e vestiti. Se ciò che indossi non emoziona te per primo sarà improbabile che possa farlo con un’altra persona.
- Espressione della migliore versione di sé. Esistono tanti capi belli e di pregio, ma non necessariamente valorizzano la figura. Se fosse davvero così, meglio optare per qualcos’altro.
Questi gli aspetti principali a cui attenersi per valorizzare il proprio carattere e la propria personalità. Come puoi vedere, la scelta dell’outfit non è un dettaglio: è parte di un’immagine completa.

Per tutti questi motivi ho deciso di occuparmi di una consulenza di stile a 360 gradi: un modo per aiutare persone e aziende ad esprimere e comunicare se stessi. Ma soprattutto sentirsi a proprio agio con ciò che comunicano.
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